Detto il moro di Oak Ridge, Howard arriva in una Rimini tremendamente scossa dalla tragica morte di Steve Mitchell. Per sostituire il centro statunitense l’allora Sarila decide, in pieno dicembre 1978, di affidarsi ad Howard per spalleggiare l’altro americano Mark Crow: sarà un’ottima decisione, destinata a lasciare un marchio indelebile. “Otello”, 201 centimetri e fisico da Bronzo di Riace, sembra danzare sul parquet, ogni volta in cui veleggia verso il canestro: le sue performance sono migliori al Flaminio, mentre di tanto in tanto in trasferta sbaglia qualche partita. A fine stagione però le cifre sono mostruose: 26,8 punti per partita, conditi da 13,5 rimbalzi, con il 57% abbondante al tiro. A Rimini, malgrado una stagione di squadra poco esaltante (12 vinte, 14 perse), esplode una sorta di Howard-mania: l’americano diventa l’idolo di ogni ragazzino e tanti sono coloro che al campetto provano ad emularne le incredibili schiacciate. Otis resta a Rimini anche nella stagione 1979-1980, per poi trasferirsi per un quadriennio alla Pallacanestro Brindisi. Ma gli eroi restano per sempre e Howard per il Basket Rimini resterà sempre uno di loro.
Con Johnson e Middleton i top visti a Rimini
-Antonello Casetta
Unico. Lo schiaccione che mandò in frantumi il tabellone. Ero in piedi sopra la tribuna lato monte . Come fosse oggi
-Marco Agostini
Otis Howard il miglior Americano e giocatore ma avuto a Rimini.
-Paolo Tini
E come fai a non ricordarlo? Chi ha avuto la fortuna di vederlo giocare dal vivo non può dimenticarlo!
-Rocco Cicala
La rottura della tabella in una amichevole è stata strepitosa!
-Macio Delucca